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Castello di Regiovanni - Gangi
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Castello di Regiovanni - Gangi

Castello di Regiovanni - Gangi




A pochi chilometri a sud del borgo di Gangi si erge, fra lame di roccia, quello che in età medievale fu il castello di Rahal Johannis, oggi Regiovanni, costituito da un corpo edilizio a pianta rettangolare, suddiviso in diversi ambienti addossati ad un enorme ed altissimo pinnacolo di roccia nel quale si aprono alcuni locali artificialmente scavati. Come rivela il toponimo originario, in età araba qui era un casale la cui pertinenza era del castello di Enna il cui territorio, in Val di Noto, giungeva fino a comprendere l'odierna contrada: come Qasr Yannah viene letto Castrum Iohannis (ossia Castrogiovanni, castello di Enna), così Rahal Johannis può essere letto come Rahal Yannah, ossia casale di Enna.
Il casale si evolse in un castello durante la dominazione ventimigliana dalla prima metà del XIV secolo: quindi dalla fine del Trecento appartenne a un ramo cadetto dei conti di Geraci per poi essere venduto nel 1625 alla famiglia Graffeo che ne fece un marchesato: da questi la baronia e il castello passarono ai Valguarnera per dote matrimoniale me nell'arco di pochi decenni fecero nuovamente ritorno in seno ai Ventimiglia. Il castello sorge alle pendici meridionali della catena montuosa delle Madonie, in un'area caratterizzata dalla presenza di numerosi e cospicui affioramenti rocciosi (uno dei quali determinò l'origine del castello) interessati da escavazioni artificiali, lungo un antico percorso viario che collegava le Madonie all'ennese, attraverso territori a spiccata vocazione granaria.
Dell'antico castello rimangono alcune tracce di mura sulle lame rocciose e scale intagliate nella roccia, oltre ad ambienti ipogeici e a uno stemma in marmo dei Venitmiglia risalente al 1418 che sormonta il portone di ingresso.

Oggi il castello di Regiovanni è un fabbricato rurale ad un solo piano oltre quello terreno, coperto da un tetto di tegole a due spioventi, con un ulteriore corpo edilizio addossato su un lato e coperto da un solo spiovente.
Il complesso, suddiviso in diversi ambienti, si abbarbica alla base di un grande ed altissimo pinnacolo di roccia caratterizzato da colore bruno-rossastro e da fortissima spinta verticale. Il corpo edilizio è direttamente collegato ad un ambiente rupestre. Alcune aperture relative ad altri ambienti scavati si vedono nella rupe a diverse altezze. La presenza di numerosi fori di alloggiamento per testate di travi, a loro volta scavati nella pietra, fa pensare all'esistenza di sovrastrutture e scale lignee che ponevano forse in collegamento i vari ambienti rupestri.
Come già detto, nel 1195 è attestato il toponimo rahal Johannis che rimanda verosimilmente ad un casale (rahl) di età normanna ed al suo presunto titolare; in relazione alla stessa località è poi menzionato, un secolo dopo, nel 1273 un Guglielmo de Rahalioanni; nel 1300 il castrum di Regiovanni entra nel tambusto delle guerre tra la feudalità e il potere aragonese: si ribella e viene assediato da re Federico III. Nel 1336 il castello è ancora inserito nei processi delle guerre: è fra le località che seguono il conte di Geraci Francesco Ventimiglia nella ribellione contro Federico III e Pietro II (Michele da Piazza, p. 52). Il castello è così nuovamente assediato. Nel 1349 Regiovanni è venduta a tale notaro Giovanni de Paulillis segretario della regina Elisabetta. Dopo trent'anni, nel 1370, Regiovanni è in possesso di Nicolò de Paulillis, figlio di Giovanni. Il castello entrerà a far parte dei possedimenti dei Ventimiglia: nel 1396 castellu et fegu di Rayalhoannis, confiscati al De Paulillis, vengono concessi a don Cicco Ventimiglia. Nel 1408 si testimonia il castello e il feudo; nel 1453 è ancora in possesso dei Ventimiglia, in particolare di Antonio, figlio di Cicco; a lui succederà nel 1475 il figlio Francesco e nell'87 il figlioletto di quest'ultimo Antonello, minorenne. Nel 1512 Regiovanni è in possesso, insieme ai feudi vicini di Raulica, Artesina, Bordonaro e Bilici, di Antonio Ventimiglia.

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